Jeanne Calment, sulle orme di Matusalemme
L’avvocato francese André Francois Raffray credeva di aver fatto un affare quando, nel 1965, stipulò un contratto con la Signora Jeanne Calment: si trattava di una specie di nuda proprietà, chiamata “en viager”, che comportava l’obbligo di versarle un vitalizio. All’epoca lui aveva 47 anni e lei ne aveva 90. Secondo ogni logica, dunque, si sarebbe trattato di un impegno economico di breve durata. Ma le cose andarono diversamente: l’avvocato morì nel 1994 all’età di 74 anni, lasciando il debito alla vedova, mentre la signora Calment morì nel 1997 dopo aver vissuto 122 anni e 164 giorni. Madame Jeanne Calment è, pertanto, l’essere umano che sia vissuto più a lungo o, perlomeno, per la quale esiste la documentazione anagrafica che ne attesti la nascita e la morte. Jeanne Calment era figlia di un commerciante, il quale aveva una mesticheria ad Arles in Francia e da ragazzina aveva anche conosciuto Van Gogh che in quel negozio acquistava i colori. Quando morì Victor Hugo, la piccola Jeanne era a Parigi il primo giugno 1885 assieme alla famiglia, per assistere al funerale del secolo che vedeva la Francia intera dare l’addio al suo “poeta sovrano”. Ormai rimasta sola, all’età di 110 anni Jeanne Calment decise di andare a vivere in una casa di riposo e divenne anche l’attrice più anziana di tutti i tempi quando interpretò se stessa in un film, avendo raggiunto la veneranda età di 114 anni. A 85 anni aveva cominciato a praticare la scherma ed a 100 anni andava ancora in bicicletta. La Bibbia racconta che Abramo visse 175 anni, Isacco 180 anni e Mosè 120 anni. Per non parlare di Matusalemme, il nonno di Noè, che sarebbe vissuto 969 anni. La longevità è, dunque, longevità, dunque sempre stata tenuta in considerazione: essa è una benedizione ed è una più che legittima aspirazione. Jeanne Calment era un’accanita fumatrice e smise solo all’età di 118 anni, ma il fumo è nocivo: esso è responsabile di bronchite cronica, di insufficienza respiratoria, di alcuni tumori polmonari, di aterosclerosi e, quindi, anche di ictus ed infarto miocardico. Si tratta di un esempio da non seguire in quanto contrario a quello che è uno stile di vita sano. L’eccezione, si sa, non fa la regola e c’è da dire che la nostra vegliarda era, evidentemente, quasi indistruttibile! Questa Donna è, tuttavia, la prova vivente che è possibile arrivare e, persino, superare i 120 anni almeno per il genere femminile. La cucina francese è ricca di cibi grassi: burro, formaggi e paté: sono cibi che contengono acidi grassi saturi, che rappresentano un autentico attentato alle coronarie. Ma in Francia la percentuale di mortalità per infarto miocardico è più basso di quello degli Stati Uniti e ciò va sotto il nome del “paradosso francese”. Si pensa che la spiegazione sarebbe da ricercare nel consumo (moderato!) di vino rosso. Il vino rosso, infatti, contiene resveratrolo che è un antiossidante presente nella buccia dell’acino d‘uva. Si tratta di una sostanza che alza il colesterolo HDL - quello buono, “lo spazzino delle arterie” - e che possiede una spiccata azione antiossidante ed antinfiammatoria. È probabile che alcuni di coloro che nascono ora e molti di quelli che nasceranno nei prossimi anni, potranno arrivare a 120 anni e chissà se ciò vorrà dire che si andrà in pensione a 100 anni! Una cosa è sicura: una longevità di questo tipo creerà non pochi problemi alle casse dello Stato. L’Italia ha il numero più elevato di ultracentenari al mondo, assieme al Giappone con i residenti di Okinawa. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: basti pensare alla dieta mediterranea: un’autentica salvavita: pasta, legumi, cereali, verdure, frutta, pesce azzurro ed olio d’oliva. E di olio d’oliva Jeanne Calment era davvero ghiotta oltre a mangiare quantità industriali di cioccolata fondente: altro cibo ricco di antiossidanti. Alla dieta mediterranea, riconosciuta in tutto il mondo per l’impatto positivo che essa ha sulla salute, bisogna aggiungere anche l’attività fisica: una camminata di buon passo: mezz’ora, meglio se tutti i giorni. Jeanne Calment si definiva “dimenticata da Dio” e diceva di se stessa: “quando morirò, morirò in buona salute”. Era una vecchietta alta un metro e mezzo, gracile e piuttosto sorda, ma un giorno d’estate, era il 4 agosto del 1997, la morte la colse nel suo letto. D’altronde, diceva lo scrittore ed umorista americano Mark Twain: “il letto è il posto più pericoloso del mondo: vi muore l’80% della gente”. Solo in questo ha rispettato le statistiche Jeanne Calment, passata alla storia per la sua eccezionale longevità.
Stefano Crooke